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Sistema di valutazione multicriterio per la progettazione sostenibile

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Sistema di valutazione multicriterio per la progettazione sostenibile
ing. PhD Lorenzo Leoncini

Estratto da articolo pubblicato su LegnoArchitettura 27, Edicom Edizioni, pp. 3-11



In tema di sostenibilità una delle problematiche cui più spesso incorrono i vari attori del processo edilizio, siano essi progettisti, costruttori o committenti, è quella inerente il giudizio di veridicità delle affermazioni circa la vera o presunta sostenibilità di materiali, sistemi costruttivi, soluzioni di finitura, etc. . Il fenomeno del Green Washing è ormai evidente a tutti: è sempre più frequente imbattersi in annunci immobiliari, in campagne pubblicitarie di prodotti edili, in bandi di progettazione e di gare oppure in Regolamenti di governo del territorio, in cui i riferimenti alla “bioedilizia” oppure alla “sostenibilità” non sono corroborati da idonei supporti giustificativi. Per delimitare razionalmente i contorni di una buona pratica di sostenibilità ambientale sono necessari, quindi, in modo sempre più pressante, strumenti razionali e quantitativi di misurazione delle performances di sostenibilità ambientale.
D’altro canto  già esistono metodologie accreditate per la quantificazione e certificazione della sostenibilità di un prodotto, un componente edilizio o di un edificio nel suo complesso: queste sono, per esempio, le metodologie LCA (Life Cycle Assessment) oppure i protocolli di certificazione del costruito. Tuttavia questi ultimi non sono così facilmente applicabili e interpretabili, persino dagli addetti ai lavori. Il quadro normativo sta lentamente recependo alcune pratiche virtuose di valutazione, si pensi ai criteri CAM (Criteri Ambientali Minimi) recentemente introdotti nel sistema dei consumi della Pubblica Amministrazione, ma anche su questo fronte lo iato fra realtà e teoria è troppo ampio e le norme faticano a proporre vagli razionali ed operativi.
Va osservato, inoltre, che la stessa complessità, talvolta al limite della farraginosità, delle metodologie di valutazione/certificazione più accreditate, ne rende disagevole l’implementazione nella normale prassi progettuale, eccezion fatta per alcune opere di carattere singolare. Si pensi ad esempio all’applicazione delle procedure LCA nella corrente progettazione: necessitano di software e competenze che trascendono dalla normale economia del progetto.

L’articolo che in questa sede intendiamo presentare propone una metodologia di agevole implementazione che contempera la razionalità e la quantitatività delle metodologie valutative sopra descritte, pur semplificandone e specializzandone l’applicazione a precisi ambiti della progettazione.
Il metodo ideato muove dai presupposti metodologici delle analisi multicriterio (quelle, in sintesi, adottate nei protocolli LEED, ITACA, BREEAM, per esempio), inserendo fra i criteri un mix di aspetti LCA dei materiali edili, di aspetti energetici ma anche di parametri che soppesano la sostenibilità del cantiere, la sicurezza dei lavoratori nella costruzione, la rapididità di esecuzione, etc. . Il vantaggio di un simile metodo è quello di essere molto flessibile nelle mani del progettista (o del valutatore a posteriori) rendendolo adattabile alle varie fattispecie che in quel frangente si trova a dover valutare.
La procedura è concepita per valutare parti del sistema tecnologico dell’edificio (involucro o sue parti, sistema costruttivo o sue parti, partizioni o elementi di finitura), altrimenti  invalutabili con i comuni metodi di valutazione/certificazione del costruito (che si rivolgono alla totalità dell’edificio e spesso sono poco concentrati sugli aspetti costruttivi, dovendo contemperare anche aspetti posizionali, impiantistici, etc.). E’ uno strumento versatile, cioè che si può modificare per adattarsi alle varie caratteristiche del componente tecnologico oggetto di valutazione: per questo è uno strumento molto agevole per il progettista che può adattarne i criteri.
L’apparente semplicità del metodo (che si contrappone alla sistematicità e complessità di una procedura completamente ed esclusivamente LCA) non compromette però in modo penalizzante i fondamentali aspetti che sono dirimenti nelle analisi LCA dei componenti edili, quali i noti indici GWP, AP, PEI e la vita utile, che sono ricompresi nella procedura proposta. Per come è strutturato, il metodo permette di essere implementato su un normale spreadsheet, molto comodo anche da adattare direttamente dall’operatore alle esigenze del caso in analisi.
Nell’articolo viene proposto un esempio applicativo del metodo, utilizzato dagli autori per selezionare, da un punto di vista della sostenibilità, il sistema costruttivo e le stratificazioni dell’involucro opaco per un edificio destinato ad ospitare un asilo nido. Sono state stimate e messe a confronto diverse soluzioni costruttive, fra quelle tradizionali e quella del sistema XLam. La soluzione in XLam (che, tra l’altro, in molte valutazioni LCA proposte in letteratura risulta spesso penalizzata) risulta nel caso studio la più efficiente allorchè si ricomprendono nel criterio di valutazione anche aspetti come la sicurezza, i tempi di costruzione e la lunghezza della filiera di approvvigionamento.




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